Fujifilm Xpro2 – Messa a fuoco

Veniamo alla seconda parte della review, il lato legato al suo reale utilizzo, ma soprattutto delle modalità di messa a fuoco che sono una vera rivoluzione rispetto alle prime generazioni.

In questo articolo parlerò delle modalità di messa a fuoco in AFS cioè messa a fuoco singola e non continua che avrà uno spazio a sè poiché richiede una valutazione precisa e molte prove. gIn questa parte farò anche dei confronti con le reflex, in particolare con la Nikon D750 che utilizzo affiancata alla Xpro2.

Innanzitutto parliamo di una delle cose più importanti, la messa a fuoco.
Le modalità di messa a fuoco attualmente presenti sono principalmente 4 compresa la maf manuale.

  • Punto singolo
  • Zona
  • Grandangolo/tracciamento
  • Messa a fuoco manuale

Questo argomento secondo me va eviscerato per bene perché rappresenta una delle possibilità di utilizzo più interessanti della macchina e solo conoscendone le potenzialità si potrà decidere in ogni situazione cosa è meglio per cosa.

Secondo me siamo arrivati per livello di personalizzazione e possibilità di utilizzo a raggiungere le reflex se non a superarle per certi versi, e nello stesso tempo ad essere ancora dietro in quanto a prestazioni in pochi specifici campi.

Messa a fuoco PUNTO SINGOLO

 

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L’ AFS (Area Fuoco Singolo) è una delle modalità più usate sulla reflex ed ora anche sulla Fuji Xpro2 diventa una delle modalità più competitive ed utilizzabili grazie a due caratteristiche particolari.

1 Il joypad di nuova invenzione rende l’utilizzo del punto di messa a fuoco singolo veramente utilizzabile, veloce e preciso. Direi che è paragonabile alla reflex se non fosse che…
2 e veniamo al secondo vantaggio della messa a fuoco AFS, e cioè che  si possono utilizzare TUTTI i punti di messa a fuoco presenti, il che significa che si può utilizzare TUTTA l’inquadratura per scegliere quello che più ci aggrada, con una preferenza per il quadrato centrale che ha il doppio sistema di messa a fuoco e quindi è ancora più veloce (a dire il vero non ho notato importanti differenze se non in situazioni difficili di luce).

Bisogna per correttezza dire che, il punto di messa a fuoco singolo, non si comporta nello stesso modo con tutte le ottiche per cui le nuove (parliamo degli zoom 16-55 e 50-140 e dei fissi, 35mm f2 e 90mm f2) lavorano molto bene grazie ai motori di ultima generazione, mentre le vecchie ottiche beneficiano meno di questi vantaggi e la messa a fuoco, seppur veloce, non lo è quanto quella delle ultime ottiche di casa Fujinon.

Faccio una nota sperando di non dimenticare altri passaggi nel frattempo, ho notato che i teleobiettivi lavorano molto bene con il punto di messa a fuoco singolo, rendendoli molto allettanti anche per fotografia in movimento o ritrattistica (non posata) in cui la velocità aiuta moltissimo.

Secondo il mio personalissimo parere rimane ancora meno veloce della D750 con le ottiche nikon tele (tralaltro ottiche di livello assoluto, sappiamo che sui tele nikon ha avuto una marcia in più negli anni) ma restano del tutto utilizzabili anche in ambito professionale senza problemi di sorta.
Io utilizzo i teleobiettivi in maniera molto molto rapida (se qualcuno ha visto gli scatti che faccio sul sito e in altri lidi sa cosa intendo) per cui metto molto alla frusta il sistema di messa a fuoco in quella specifica circostanza. Ma ripeto sono ottiche (il 90 f2 veramente molto valido come anche il 56 f1.2 vecchia generazione) a cui non si può chiedere molto di più.

Una nota sta nella possibilità di variare a piacere 5 dimensioni del punto singolo per adattarsi ad ogni situazione.
Una seconda nota è per specificare che l’ingrandimento del punto di messa a fuoco agisce solo in questa modalità.

Quindi a chiusura di questo paragrafo consiglio l’utilizzo del punto singolo di messa a fuoco soprattutto con i teleobiettivi per far rendere al meglio le loro prestazioni e per situazioni in cui il punto di messa a fuoco debba essere molto preciso su un determinato punto (così come sulle reflex) e poi chiaramente a preferenza di ognuno.

Vedremo successivamente l’integrazione con il rilevamento volti.

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Fotografia scattata con Xpro2 e 56mm f1.2 presso AC HOTEL – Via Bisalta, 11 Torino in occasione del Fujifilm XTOUR

La messa a fuoco AF ZONA

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Premetto che con la generazione precedente di fuji, come scrissi in diversi articoli e come ho scritto decine di volte sul forum di Fujifilm, il sistema di messa a fuoco lavorava molto bene se usato nella modalità automatica (quella che ora potremmo associare a “zona”) con buona pace di chi non riusciva ad affidarsi completamente alle macchine.

La MAF ZONA è una miglioria, se vogliamo un cambiamento, della modalità precedente in cui il punto di messa a fuoco era SINGOLO e veniva scelto pesando la parte di inquadratura centrale e poi andando a “cercare” in caso nulla vi fosse di interessante. Ora lavora diversamente e quindi, in un’area quadrata -la stessa in cui sono presenti i punti con doppio rilevamento a fase e contrasto- “cerca” qualcosa di interessante su cui puntare il fuoco che non è più un singolo punto di messa a fuoco ma sono diversi, esattamente come succede nelle reflex.

C’è da dire che il sistema è divenuto in realtà molto più complesso e adattabile alle varie esigenze con tante e tante combinazioni possibili che ora cercherò di spiegare.

Innanzitutto partiamo dalla dimensione del riquadro di ricerca af che il libretto di Fujifilm chiama Area di messa a fuoco ma che per comprensione e comodità di espressione (ci si confonde) chiamerò “riquadro di ricerca AF” cioè il quadrato in cui il sistema a zona va a scegliere i punti sui quali mettere a fuoco.

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Riquadro di ricerca AF in due dimensioni, la minima e la massima selezionabile

Poi andiamo a definire le sue caratteristiche: il riquadro di ricerca AF può essere dimensionato, così come i punti di messa a fuoco singoli, semplicemente premendo sul tasto centrale del joypad e poi ruotando la ghiera posteriore principale.

Le dimensioni sono svariate e si può anche spostare da destra a sinistra e viceversa per andare a definire meglio l’area dell’immagine nel quale c’è quello che ci interessa in termini di soggetti possibili.

Sicuramente nelle modalità di riquadro più piccole ci si concentra su un soggetto che occupa una zona del campo inquadrato molto definita ma si lascia alla macchina la definizione del punto in cui trovare il contrasto adeguato per la messa a fuoco.

Nella modalità di riquadro più grande, che copre quindi un quadrato all’interno dell’inquadratura, abbiamo invece una zona molto ampia nel quale far lavorare la ricerca con un conseguente vantaggio di non dover pensare a cosa mettere a fuoco ma con lo svantaggio di non poter controllare le variabili in gioco.

Io sono dell’idea che se si usa la modalità zona con riquadro grande è un po’ come usare la modalità grandangolo/tracciamento poichè lavora in maniera molto simile. Posso dire con certezza che una buona parte delle volte la macchina sceglie meglio di me il punto sul quale mettere a fuoco (do per scontato che se veglio scegliere un punto precisissimo e avere il controllo completo non sceglierò questa modalità ma il punto singolo di dimensione minima quindi non mi dite “si ma io voglio scegliere da me” si può fare!).
Secondo il mio parere conseguente ad un utilizzo breve, posso dire che innanzitutto si può usare con soddisfazione con gli obiettivi grandangolari poiché, essendo l’area inquadrata dal punto singolo, troppo variabile in termini di precisione (ricordo che con il grandangolo si inquadrano molte cose e quindi la precisione del punto singolo può dare adito a qualche incertezza dovuta alla scelta non precisa del punto di messa a fuoco) si ovvia al problema di un utilizzo non perfetto del punto singolo, soprattutto se si ha poco tempo per inquadrare e scattare. In secondo luogo è una modalità da esplorare con attenzione perché combinata a dovere con dimensione del punto di messa a fuoco, area di ricerca Af e rilevamento volti (di cui parlerò in seguito) può diventare uno strumento potentissimo.

Consiglio quindi l’utilizzo e la prova sulle proprie esigenze di questa modalità con ottiche grandangolari (dai 10mm del 10-24 ai 23mm dei fissi) fino ai normali e mediotele (35mm e 56mm) poiché oltre ho rilevato una maggiore velocità ed un controllo più preciso con il punto singolo (es con il 90mm).

La messa a fuoco AF GRANDANGOLO/TRACCIAMENTO

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Questa è una modalità particolare che, ammetto, non ho ancora esplorato a fondo ma che mi ricorda moltissimo la modalità che citavo prima presente sulle fotocamere della generazione precedente chiamata MULTI (a differenza di AREA che era la modalità in cui si poteva scegliere il punto di messa fuoco a mano).

Si può usare in due modi a seconda che si utilizzi la modalità AFS o AFC (area fuoco singolo o area fuoco continua) ma visto che qui stiamo trattando la modalità AFS citeremo questa per il momento.
Funziona di principio come la messa a fuoco in modalità ZONA ma con una differenza sostanziale, non limita la zona di schermo (punti di messa a fuoco) ad un’area selezionabile e modificabile in quanto a dimensioni, ma utilizza tutto lo schermo e quindi tutti i 273 punti di messa a fuoco.

Infatti mostra 4 angoletti per definire l’area totale in cui verranno scelti i punti (che poi sostanzialmente è tutta l’area inquadrata) e poi nel premere a metà il pulsante di scatto di da un’opzione di messa a fuoco con dei punti selezionati a scelta della macchina. Premendo nuovamente senza cambiare inquadratura ci proporrà nuove possibilità (mi è capitato fino a 3 opzioni differenti) interpretando il nostro premere nuovamente sul pulsante come una conferma del fatto che non erano i punti che desideravamo.

In questo modo è praticamente tutto demandato alla scelta della macchina esattamente come la modalità MULTI dei precedenti modelli (per Xt1 EX2 e non ricordo se altri, si intende prima dell’aggiornamento che ha modificato queste modalità).

Anche questa modalità la consiglio con ottiche grandangolari così come indicato dal nome stesso, ma devo approfondire il funzionamento in situazioni reali di utilizzo per capire quanto “sbaglia” rispetto alle esigenze personali di soggetto da inquadrare. Eventualmente aggiornerò questa sezione con una prova più specifica.

Ora veniamo all’ultima funzione che tratterò nella messa a fuoco AFS punto singolo: il RILEVAMENTO VOLTI

Questa nuova funzione è stata implementata in maniera cospicua nella nuova nata di casa Fuji e la cosa mi ha notevolmente colpito.

Innanzitutto ha svariate modalità di utilizzo, vediamole con ordine:

  1. Facciale con rilevamento intelligente dei volti e rilevamento occhi off
  2. Facciale con rilevamento intelligente dei volti e rilevamento occhi attivo
  3. Facciale con rilevamento intelligente dei volti e rilevamento occhi attivo su occhio destro
  4. Facciale con rilevamento intelligente dei volti e rilevamento occhi attivo su occhio sinistro
  5. Facciale senza rilevamento intelligente dei volti e rilevamento occhi off

Faccio una piccola premessa che serve per capire quello che dirò in seguito.

Il rilevamento volti funziona. La prima impressione è che sia un po’ lento nel rilevare i volti, soprattutto avendo provato la Sony A6000 devo dire che non c’è molto da dire, la Sony è nettamente più veloce ma parliamo della migliore macchina Apsc in quanto a velocità af e rilevamento volti.

La Xpro2 non è al livello della Sony ma comunque lavora bene, molto bene e, per certi versi molto meglio di Sony. Mi spiego meglio.
Stiamo parlando di una modalità di rilevamento che va a lavorare insieme ad un’altra modalità di messa a fuoco (singola, zona, grandang/tracciamento) e che quindi deve in qualche modo integrarsi senza prevaricare l’utilizzo. Se infatti stiamo scattando in una situazione fra le più normali che possano accadere ad es. una festa con gli amici, ci saranno molte foto in cui ci sono gli amici e quindi il rilevamento volti dovrà “prevaricare” la messa a fuoco che abbiamo impostato, ma ci saranno anche tante foto in cui non ci sono volti perchè magari si fotografa l’ambiente o un dettaglio o altro. La macchina in questi casi deve riuscire a dare prevalenza alle diverse situazioni senza far sì che il rilevamento volto sia troppo preponderante e “capire” quando attivarlo e quando no. La cosa ad un lettore sembrerà banale ma non lo è così tanto.
Ed è in questo che faccio un grande plauso a Fujifilm che, per l’ennesima volta, dimostra una intelligenza fuori dal comune.

Il rilevamento volti di Fuji intanto ha una particolare efficacia nel capire quando si parla di volti veri e non di immagini o simili, non so come faccia ma è micidiale; inoltre non si attiva immediatamente quindi un volto entra nel campo inquadrato ma solo quando il volto resta nel campo inquadrato per un tempo che non saprei definire in termini precisi. Posso però dire che in qualche modo questo tempo di “adeguamento” della scena fa sì che quando si vuole fotografare veramente un volto allora sia inevitabile che resti nell’inquadratura attivando il sensore volti mentre quando il volto compare e scompare e magari riappare, il rilevamento volti non si attiva.

Questa è una cosa geniale perché permette di non incasinare l’utilizzo dando sbagliate priorità al rilevamento volti.

  1. In questa modalità di rilevamento sono rilevati i visi che compaiono nell’inquadratura senza andare a cercare l’occhio ma puntando al viso completo.
  2. In questa modalità di rilevamento sono rilevati i visi che compaiono nell’inquadratura andando a identificare all’interno del riquadro di rilevamento volto il primo occhio verso chi inquadra, è leggermente più preciso della prima modalità volendo avere la perfetta maf sugli occhi.
  3. In questa modalità di rilevamento sono rilevati i visi che compaiono nell’inquadratura andando a identificare all’interno del riquadro di rilevamento volto anche un piccolo punto di maf bianco in cui compare l’occhio destro, è molto preciso.
  4. In questa modalità di rilevamento sono rilevati i visi che compaiono nell’inquadratura andando a identificare all’interno del riquadro di rilevamento volto anche un piccolo punto di maf bianco in cui compare l’occhio sinistro, è molto preciso.
  5. In questa modalità non si rilevano visi quindi si disattiva la modalità rilevamento volti.

Secondo il mio personale parere il rilevamento volti è da valutare a seconda delle situazioni, può essere davvero utile in casi in cui si prevede di fare molte foto a soggetti umani (penso a feste, matrimoni, e situazioni similari) usando ottiche dal grandangolo al mediotele.
Provato con i teleobiettivi (Fujinon 90mm f2 o anche il 56mm f1.2) secondo me non rende al meglio se non nella modalità di rilevamento occhio ma non so se sia conveniente in confronto al punto singolo spostando il punto dove c’è l’occhio manualmente. Probabilmente va un po’ a preferenze, di mio posso rilevare che, quando rileva, la maf è ottima.

Prima di passare all’ultima modalità, quella manuale, aggiungo ancora un paio di impressioni legate all’utilizzo in bassa luce.

Ho potuto fotografare ad una festa con alcuni amici (di cui non metterò foto) e ho potuto testare la Xpro2 in situazione di bassa luce. La macchina montava il Fujinon 18mm f2, quindi una delle primissime ottiche presentate da fuji che quindi non beneficiano di motori ultramoderni e velocissimi in una condizione di scatto in cui -per darvi un’idea della quantità di luce presente- si scattava con iso fra gli 8000 e i 12800 a f2 e tempo minimo di 1/125 esimo.

Questo vuol dire che di luce ce n’era pochina e oltretutto, come vedrete dalla foto che posterò scattata a me da una dei miei amici, che tralaltro di macchine foto non capisce un pero, lo sfondo scuro non aiutava per nulla.

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Bene l’autofocus impostato su punto singolo stentava un po’ per cui ho deciso quasi immediatamente di passare alla modalità zona con buona pace del mio divertimento perché da quel momento in avanti non ho dovuto fare altro che scattare e basta. La macchina, essendo in priorità di diaframmi a f2 con iso auto e tempo minimo di scatto impostato a 1/125 non ha dovuto fare altro che mettere a fuoco ed esporre in maniera corretta (argomento che tratterò) e non solo ha lavorato benissimo, ma la messa a fuoco è risultata precisa in tutte le foto tranne una in cui il soggetto si è avvicinato molto durante lo scatto risultando foto esposte molto bene.

In una situazione critica devo dire che non sono solo rimasto stupito ma direi esterefatto dalla rapidità e dalla precisione del fuoco. Sono certo che con la D750 non avrei potuto fare meglio se non in quella foto con soggetto in avvicinamento rapido che FORSE avrei salvato con la messa a fuoco predittiva in afs traking. Ma è tutto da verificare.

Passiamo ora all’ultimo capitolo di questa disamina sulle modalità di messa a fuoco con il fuoco manuale che merita davvero un paragrafo a sè perchè la situazione rispetto ai precedenti modelli è cambiata in maniera sostanziale. E con sostanziale intendo dire che è cambiata tantissimo in positivo e soprattutto nell’uso pratico.

Messa a FUOCO MANUALE

La Xpro2 successore della mitica Xpro1 ha raccolto un’eredità pesante sotto il profilo della messa a fuoco manuale per due motivi, innanzitutto perché è una macchina pensata per poter essere usata come le macchine analogiche completamente in manuale e questo implica che la messa a fuoco manuale debba avere un trattamento di favore in questa era del digitale spinto; in secondo luogo perché inserisce una modalità che (ho anticipato nell’articolo precedente) la rende l’UNICA MACCHINA FOTOGRAFICA AL MONDO a fornire un mirino ottico con telemetro digitale!

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L’eredità che si porta dietro è legata in parte alle macchine con mirino digitale EVF che permetteva si un controllo della maf manuale ma che rendeva il riconoscimento delle zone nitide anche tramite focus peaking non facilissimo e immediato, rendendo la messa a fuoco manuale un puro divertimento e non un reale metodo di utilizzo. Con il mirino ottico OVF della serie X100 e della Xpro1 e con i mirini digitali EVF degli altri modelli si poteva tuttavia sfruttare un altro modo per utilizzare la messa a fuoco manuale: con ottiche Fujinon il modo era quello di conoscere molto bene le pdc legate ai vari diaframmi e relative distanze di messa a fuoco e di inserire nella visualizzazione del mirino (che fosse ottico odigitale) la barra delle distanze. Il problema se vogliamo, restava che la conoscenza molto approfondita e mnemonica delle profondità di campo era fondamentale per sfruttare correttamente le distanze di maf poiché l’indicazione digitale dell’area a fuoco (pdc- profondità di campo) era molto approssimativa e il focus peaking era valido solo in alcune situazioni in cui vi era un buon contrasto nella scena.

 

La Xpro2 ha risolto egragiamente entrambi i problemi ed in più ha aggiunto un terzo modo per sfruttare la messa a fuoco manuale anche con ottiche adattate come nessuna macchina al mondo è in grado di fare.

Il primo problema legato al focus peaking, già migliorato con gli aggiornamenti effettuati nel 2015- 2016, è secondo me completamente risolto, le possibilità di scelta di colori e intensità si adattano ad ogni tipo di esigenza e situazione e la visualizzazione dell’area nitida dell’immagine è veramente precisissima sia con le ottiche Fujinon che con le ottiche adattate rendendo la macchina veramente versatile e ottimamente utilizzabile con mirino EVF.

Il secondo problema legato ai riferimenti di distanze e pdc (in questo caso solo con le ottiche compatibili con Fuji che quindi comunicano con il corpo macchina) è stato BRILLANTEMENTE RISOLTO. Io che ho una discreta pratica nella messa a fuoco manuale e con le distanze di messa a fuoco e relative profondità di campo con ottiche 28mm e 35mm (perchè uso da anni praticamente solo questi due grandangoli) mi sono ritrovato a vedere nel mirino OVF/EVF esattamente quello che avevo nella mia testa, e quindi cambiando diaframma e distanza di messa a fuoco ORA si vede in diretta il variare della pdc sulla barra delle distanze evidenziata in blu.
Per quanto mi riguarda ma soprattutto per chi inizia a fotografare è uno strumento di una utilità senza paragoni, finalmente le questioni di pdc e messa a fuoco saranno più facilmente spiegabili e soprattutto semplici da mettere in pratica.  In sostanza è come avere la scala delle distanze delle ottiche manuali su tutti gli obiettivi compatibili con Fuji, una cosa straordinaria. Grazie Fuji.

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Il terzo problema o meglio la terza cosa che io ritengo essere la più importante insieme alla scala delle distanze digitale, è il TELEMETRO DIGITALE.
Una vera rivoluzione in ambito fotografico poiché permette in visione digitale (e fino a qui era già stato fatto) ed in visione ottica (e qui invece sta la rivoluzione) di vedere in tempo reale la porzione di immagine relativa al punto di fuoco impostato (qualunque esso sia) il dettaglio al 100% della messa a fuoco oppure con visione dell’intera immagine o infine con il vero e proprio telemetro a immagine spezzata. Questo si può usare sia con le ottiche Fujinon che con ottiche adattate e la rende quindi la prima macchina al mondo a integrare questo tipo di tecnologia nel mirino ottico.
Per me è veramente una cosa impressionante e rivoluzionaria, tenendo conto che comunque, essendo una cosa mai vista prima, richiede un tempo di abitudine legato al tipo di visione a cui non siamo avvezzi.

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In definitiva il sistema di messa a fuoco della Xpro2 che preannunciava grandi cambiamenti è più di quanto mi potessi aspettare, anche in relazione alle review lette in giro ed è per questo che ho voluto concentrare l’attenzione sui punti che secondo me sono importanti e che rendono il sistema di messa a fuoco della nuova Xpro2 e probabilmente, esclusa la parte legata all’ovf, di tutte le nuove macchine che usciranno da qui in avanti, un sistema COMPLETO che prima di essere giudicato va imparato per essere sfruttato appieno.
Siamo comunque giunti al punto in cui una macchina Fuji, per quanto mi riguarda, fino all’utilizzo con ottiche mediotele, non ha più nulla da invidiare al sistema reflex e non solo, ha molto molto di più in termini di ampiezza della zona di fuoco e di versatilità in modalità manuale, cosa impensabile fino a pochissimo tempo fa.

Grazie dell’attenzione

Se ho dimenticato qualche aspetto che vi interessa, sentitevi liberi di chiedere, per quanto mi concedono le mie capacità, sarò lieto di rispondere nella maniera più esaustiva possibile.

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