Street photography – considerazioni sulla fotografia “street”

Questo post nasce da un’esigenza di definire – almeno in parte – un genere fotografico che, siccome recente e di difficile definizione, risulta bistrattato o utilizzato a sproposito nella maggioranza dei casi.

C’è infatti un sacco di confusione in merito a cosa sia e cosa non sia street photography.

Si tende infatti a definire “street” tutto quello che è fotografato per strada e racconta in qualche modo la realtà; il problema è che se questo fosse il metodo corretto il 90% delle fotografie mondiali sarebbe “street” quando invece è un genere piuttosto di nicchia.
Il problema maggiore è che si cerca di definire una foto “street” per il soggetto o per il luogo in cui è stata scattata quando invece è il MODO e la relazione fra le cose a darle definizione.

Ma allora perchè si chiama “street” che tradotto in italiano significa “strada” se non sono le foto fatte PER STRADA ad essere “street”?  La risposta è piutosto semplice ed è legata proprio a quanto appena detto cioè che non sono i luoghi o i soggetti a definire la street ma le relazioni fra gli elementi della scena.

LA STRADA è il luogo in cui queste relazioni sono più frequenti, dove si possono trovare migliaia di situazioni interessanti, uniche, particolari che in quanto tali rapresentano una visione unica della realtà.

Spesso capita infatti di confondere la “street” con altri generi ben più antichi e definiti come il reportage o il fotogiornalismo (fotografia documentaristica), la straight photography o addirittura il ritratto.

La fotografia documentaristica per esempio si propone di riprodurre oggettivamente la socità attraverso la cronoca per immagini della realtà quotidiana. cito da wikipedia per comodità:

Nacque in Inghilterra nel 1877, ad opera di John Thomson e Adolph Smith, duereporter londinesi che immortalarono i quartieri più poveri della città tra le pagine del volume Street life in London. Il libro riscosse grande successo, anche grazie alla particolare pubblicazione delle fotografie, stampate con la tecnica dellawoodburytipia.

Il movimento acquistò grande rilevanza a partire dagli anni trenta, negli Stati Uniti: qui, complice il desolato clima dellaGrande depressione, acquisì una marcata dimensione sociale. Il presidenteRoosevelt in persona istituì nel 1937 la Farm Security Administration (FSA), un centro di committenza fotografica che rilanciava l’esperienza dell’agenzia Rural Resettlement Administration, fondata nel 1935 allo scopo di documentare la recessione agricola dilagante nel Paese. La FSA si trasformò in una fucina collettiva di istantanee di povertà: operò fino al 1943, suscitando nel mondo fotografico la nascita di una vera e propria corrente di fotoreporter: Arthur Rothstein, Gordon Parks, Dorothea Lange, Todd Webb, Ben Shahn, Carl Mydanse Walker Evans furono solo alcuni tra i grandi fotografi che collaborarono al progetto. I negativi sono attualmente conservati presso la Library of Congress diWashington.

Negli anni ’60 e ’70, Garry Winogrand e Lee Friedlander raccolsero l’eredità di Evans e setacciarono New York alla ricerca di elementi del quotidiano che fossero caratterizzanti, nell’ottica di una nuova fotografia sociale che cedeva il passo alla frenetica vita di quegli anni. – cit. Wikipedia

Questo ci fà capire come spesso, una buona parte della molteplicità di immagini, sia in realtà un semplice scattare scene di vita quotidiana che descrivono la società e le sue caratteristiche e che siamo involontariamente dei fotografi documentaristi più che degli Streeper (termine orribile che viene usato ora). E non è la definizione del genere a rendere più o meno bella o interessante un’immagine, ovviamente.
In un certo senso, anche la street fa parte della fotografia documentaristica ma in maniera laterale, occasionale.

Ma allora come possiamo approcciarci ad un genere tanto interessante quanto difficile da comprendere.

Per prima cosa, come per tutti i generi fotografici, si vanno a vedere le immagini dei grandi autori ed allora ci si può andare a vedere gli autori “storici” e quelli che hanno dato un fondamentale contributo alla nascita di questo genere come Elliott Erwittper me un maestro inconsapevole assoluto così come William Kleinlo stracitato Henry Cartier Bresson (ma in una maniera particolare),Joel Meyerowitz (di cui consiglio la lettura di Bystander: A History of Street Photography)Jill FreedmanNick TurpinMatt StuartBlake AndrewsNils JorgensenJesse MarlowGus Powell, Jeff MermelsteinMelanie EinzigBruce Gilden (un po’ particolare come approccio), Eric KimMary Ellen MarkGiordano Proietti e Mary Cimetta (per citare italiani) oppure rovistare in un sito come iN-PUBLiC (del quale praticamente tutti quelli citati fanno parte) o Spontanea (a livello italiano).

Ovviamente ho citato solo alcuni di coloro che hanno dato vita a questo genere e solo alcuni di coloro che praticano con successo questo genere fotografico e contribuiscono a renderlo elevato fra altri tantissimi fotografi più o meno conosciuti.

Cosa ne viene fuori dalla visione di queste migliaia di immagini di altissimo livello.
Non è il fatto di essere in strada a rendere una foto “street” ma è l’unicità, quella che mi piace chiamare “figura retorica visiva” cioè una similitudine, un’allitterazione visiva, un momento -in sostanza- particolare e unico in cui alcuni o tutti gli elementi della fotografia interagiscono in una maniera unica e personale; che non descrive solo una realtà qualunque ma una realtà in maniera particolare.

In questo è fondamentale il momento in cui si scatta e la composizione dello scatto che deve rendere evidenti questi collegamenti fra i soggetti, fra gli elementi.
E’ ancor più fondamentale sapersi muovere e “vedere” la scena prima che essa accada poichè bisogna trovarsi nel posto giusto nel momento giusto.

Importantissimo è anche l’utilizzo di focali grandangolari come il 28mm ed il 35mm che sono le più utilizzate grazie alla loro caratteristica di portare il fotografo “dentro” la scena e renderla più coinvolgente e reale.

La foto può essere infatti complessa o semplice ma SEMPRE vi deve essere quel qualcosa che io amo definire “figura retorica visiva” (poichè secondo me ben descrive il “fattore street”) che trasforma la fotografia da una semplice rappresentazione della realtà a fini descrittivi ad una fotografia che, tramite una visione prettamente personale, rende unica e personale questa visione, rendendola il più delle volte ironica.

Per prendere in prestito alcune parole di Markus Hartel,

la “street photography” è il riflesso della vita di tutti i giorni, reale,

inalterate impressioni di luoghi pubblici,

posti che tutti vedono tutti i giorni,

le strade fra le quali si vive,

i parcheggi preferiti, la metropolitana.

I fotografi di street documentano la verità,

la realtà,

attraverso immagini ironiche

delle cose che normalmente non notiamo.

Il fotografo fa attenzione alle scene

e riesce a cogliere i momenti che noi notiamo solo inconsciamente.

Liberamente tradotto dall’inglese

Per completezza riporto ad un ARTICOLO scritto molto meglio del mio in cui si tratta dell’apporto dato da Henry Cartier-Bresson a quella che noi oggi chiamiamo “street photography”.
Un articolo che è una sorta di viaggio nella vita fotografica e ideale di Bresson. Da leggere assolutamente.

 

Fotografia di Elliott Erwitt
Fotografia di Elliott
Fotografia di Elliott Erwitt
Fotografia di Elliott Erwitt
Fotografia di Joel Meyerowitz
Fotografia di Joel Meyerowitz
Fotografia di Joel Meyerowitz
Fotografia di Joel Meyerowitz
Fotografia di Jill Freedman
Fotografia di Jill Freedman
Fotografia di Jill Freedman
Fotografia di Jill Freedman
Fotografia di Nick Turpin
Fotografia di Nick Turpin
Fotografia di Nick Turpin
Fotografia di Nick Turpin
Fotografia di Matt Stuart
Fotografia di Matt Stuart
Fotografia di Matt Stuart
Fotografia di Matt Stuart
Fotografia di Matt Stuart
Fotografia di Matt Stuart
Fotografia di Nils Jorgensen
Fotografia di Nils Jorgensen
Fotografia di Nils Jorgensen
Fotografia di Nils Jorgensen
Fotografia di Jesse Marlow
Fotografia di Jesse Marlow
Fotografia di Jesse Marlow
Fotografia di Jesse Marlow
Fotografia di Giordano Proietti
Fotografia di Giordano Proietti
Fotografia di Giordano Proietti
Fotografia di Giordano Proietti
Fotografia di Mary Cimetta
Fotografia di Mary Cimetta
Fotografia di Mary Cimetta
Fotografia di Mary Cimetta

 

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